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Editoriale Aviation Security International

Uno degli elementi fondamentali di un checkpoint è la capacità di determinare se un individuo sta trasportando oppure no un articolo proibito o limitato. La varietà degli articoli che stiamo cercando negli aeroporti è cresciuta nel corso degli anni e molti argomentano che l’epoca dell’ispezione con l’utilizzo dei magnetometri è passata. Assodato che le minacce degli attuali terroristi involvono dispositivi esplosivi, in una moltitudine di formati diversi, le armi chimiche, biologiche e radiologiche, così come dei materiali che, in volo, possono essere convertiti in dispositivi incendiari improvvisati, dovremmo davvero restringere i nostri sforzi nel rilevare oggetti metallici?  Dunque di nuovo non sembra esserci una singola tecnologia che può rivolgersi a tutte le minacce. Abbiamo lanciato i sistemi di onde millimetriche con molta fanfara, eppure hanno allungato il tempo necessario per controllare un passeggero, se includiamo il tempo che ci vuole per svuotarsi le tasche prima dello screening, ed è improbabile che identifichino un dispositivo esplosivo nascosto in una cavità del corpo o impiantato chirurgicamente. Inoltre è possibile che gli armamenti chimici e biologici non siano rilevati attraverso i portali ad onde millimetriche. Le obiezioni al dispiego di tecnologia ad immagini avanzata (AIT), oppure i body scanners per usare un linguaggio comune, si trovano in abbondanza nei social media e i gruppi sulle libertà civili hanno fatto divampare le fiamme affermando che il loro uso non è necessario e che tale esame è un’invasione della privacy. Come evidenzia l’Unione Americana delle Libertà Civili (ACLU), “I passeggeri si aspettano la privacy al di sotto dei loro abiti e non si dovrebbe chieder loro di mostrare particolari molto personali dei loro corpi come l’evidenza di mastectomie, applicazioni di colostomia, impianti penici, tubi di catetere e dimensioni di seni o genitali come prerequisito per imbarcarsi su un aereo”. Non lo fanno! Sembra che l’industria abbia ceduto all’allarmismo ed i governi abbiano resistito ai tentativi di dispiegare le tecnologie di screening più efficaci. Inquietante oltremodo è il fatto che il profiling dei dati non può essere applicato in tutto il mondo e sarà a disposizione nel prossimo futuro, sebbene con efficacia opinabile, ai bisogni degli stati benestanti nel mondo sviluppato. Si possono denunciare gruppi come ACLU, che esprime anche preoccupazione riguardo alla trasmissione dei dati dei passeggeri, però ci sono degli elementi condivisibili. Secondo il loro sito “Ci sono delle misure di sicurezza estremamente intrusive che dovrebbero essere utilizzate soltanto quando vi è una buona causa per sospettare che un individuo rappresenta un rischio di sicurezza”. Segno di profiling! OK, chiamiamolo analisi comportamentale o analisi del rischio passeggero se preferite.  L’ACLU afferma solo “Ci opponiamo all’utilizzo del body scanner come parte di una procedura di routine”. I nostri checkpoint non dovrebbero far sì che tutti i passeggeri siano esaminati con tecnologia ad immagini avanzata (AIT), soltanto quando pensiamo che un individuo possa rappresentare un rischio”. Infatti, assodato il principio di deterrenza del nostro attuale sistema di controllo, l’uso dei magnetometri è benvenuto. La tecnologia avanzata ad immagini deve comunque esserci. Anche l’ACLU dice che “questa tecnologia dovrebbe essere usata al posto di un’ispezione intrusiva, come il controllo di una cavità del corpo, quando è ragionevole tale tipo di ispezione”. Abbiamo bisogno di impiegare più tempo e sforzi nel costruire delle salvaguardie nei nostri processi di screening per assicurare che raggiungano gli obiettivi di rilevare articoli proibiti e, idealmente, individui disarmati con intenti negativi. Questo è realmente raggiungibile solo se impieghiamo personale qualificato adatto, implementiamo ardui programmi di squadra e applichiamo le procedure di security basate sul buon senso.  Si può simpatizzare con ACLU quando dicono “La scansione totale del corpo, le ispezioni intime imbarazzanti e il profiling razziale” non hanno posto negli aeroporti di nessuno stato che si considera sviluppato e dà valore ai diritti umani. Ogni checkpoint dovrebbe essere in grado di determinare se una persona che si sta comportando in modo anomalo sta trasportando articoli proibiti o limitati internamente o tramite impianti chirurgici.