Fase 2: ecco il drone che sanifica le città. La rivoluzione parte da Torino
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Fase 2: ecco il drone che sanifica le città. La rivoluzione parte da Torino

Lo Skycopter entra ovunque, vola, è facile da telecomandare anche dall'altra parte del mondo. A Torino l'esperimento che lancia i droni come protagonisti della Fase 2. Ecco il video in anteprima

È una sfera volante, vede tutto, anche in mancanza di Gps, può infilarsi ovunque ed effettuare operazioni di precisione, come la sanificazione degli ambienti nell’era del Covid-19. E potrebbe essere una chiave della Fase 2. Lo Skycopter è un brevetto del torinese Giuseppe Santangelo, che ha fondato la sua Skypersonic a Detroit per poi riportarla a fine 2019 nella sua città.

L’esperimento fra Torino e Detroit

Nota finora solo agli addetti ai lavori, in ambito industriale, questa tecnologia è entrata oggi ufficialmente nell’era Covid con un’impressionante dimostrazione lanciata da Torino: l’ispezione a un impianto indoor di Detroit, Michigan, guidata in remoto dalla Città della Mole, da una Drone unit composta da personale del Corpo Municipale della città. Basta a fare da oggi ufficialmente del capoluogo torinese il laboratorio italiano e internazionale delle misure anti-pandemia basate sulla robotica.

Fase 2: robot per la ripartenza

“Che fino hanno fatto i robot?”, si chiedeva appena il 9 aprile scorso Riccardo Luna su Repubblica, interrogandosi sul perché la tanto celebrata rivoluzione dei droni e dell’intelligenza artificiale sembrasse in ritardo all’appuntamento con  un’emergenza in cui strumenti artificiali da controllare in remoto farebbero comodo davvero. Eccoli qui, in tempo per la Fase 2.

Sette robottini da corsia ospedaliera lavorano da fine marzo all’ospedale di Circolo di Varese, altri sono al lavoro da aprile a Pisa, o a Massa Carrara, misurando la temperatura, trasportando attrezzature ma anche gestendo videochiamate con i parenti dei ricoverati. Robot distribuiranno mascherine agli studenti dell’Istituto tecnico Ferrara di Susa (To).

Altri sono arrivati nelle fabbriche, un po’ ovunque nel mondo, mentre a Brescia la Klain Robotics sta testando automi sanificatori che usano raggi Uv e ozono, e la Rps Aerospace, start up di Lumezzane (Bs), lavora a rover autonomi per monitorare la salute dei passanti e rilevare assembramenti. Robot perfino sui campi d’allenamento del tennis, come racattapalle,  per rendere più sicuro il primo sport professionisitico dato in riapertura.

L’importanza del test

L’importanza del test lanciato oggi a Torino, con la presenza, virtuale, anche del sindaco Chiara Appendino, è quella di far conoscere al grande pubblico il ruolo che potrebbero avere i droni volanti lungo il complesso cammino verso la normalità. L’azienda americana, produttrice di droni speciali utilizzati in operazioni rischiose o d’emergenza, come quelle nei siti nucleari, vista l’impossibilità di inviare i propri esperti durante il lockdown, ha ideato infatti una piattaforma di pilotaggio da remoto per seguire gli Skycopter  ovunque nel mondo.

La missione delle sfere robot in America in modalità BVLOS indoor – ispezione e sanificazione in spazi chiusi, sia pubblici sia privati- è stata teleguidata a quasi 7000 chilometri di distanza direttamente dall’ufficio centrale della stazione di Polizia Municipale torinese, con il supporto dal centro di controllo di Skypersonic a Detroit.

Torino: droni contro il covid-19

Questo è l’inizio, ma a Torino è già partita una unità di Polizia municipale pronta a effettuare, con droni e sensori d’aria, programmi di monitoraggio del territorio per supportare misure di prevenzione al contenimento del COVID-19. L’addestramento degli agenti, senza nessuna esperienza precedenti con la teleguida, è avvenuto con simulatori di volo. E presto la città avrà a disposizione, a titolo gratuito da Skypersonic, i primi droni.

Applicazioni? I Droni possono spruzzare dsinfettante, a getto o in modalità aerosol. Ad esempio, ha spiegato Santangelo, per mettere in siurezza bocchette di impianti di areazione altrimenti irraggiungibili, condotti, infissi alti o protetti, Possono essere usati dalle forze dell’ordine per monitorare un’area, in collegamento con la polizia, ad esempio un parco, una riserca naturale, un sito archeologico o una spiaggia. Possono presidiare il confine di una zona rossa, o segnalare la formazione di un assembramento a rischio, sempre teleguidati magari da un team di esperti di un’altro paese (la tecnologia della piattaforma usata per l’isperimento ha ridotto il “ritardo”, nella ricezione degli ordini da parte del dispositivo). O pattugliare la città in autonomia, grazie a speciali stazioni di autoricarica.

L’idea è anche di fare di Torino un laboratorio anche per lavorare su aspetti che finora hanno frenato l’utilizzo dei droni in città: la burocrazia, regole precise sulla sicurezza, la difficoltà di reperire “corridoi aerei” dedicati, perfino la percezione di cittadini che oggi, di fronte all’emergenza, sono più portati ad accettare la convivenza con i robot volanti.. Che non somigliano a Mazinga o a Jeeg Robot, ma possono comunque aiutare le nostre città. Domani, ma soprattutto adesso.

di Gianfranco Radaelli, 7 maggio 2020